Serafinate

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<-Cristian->
view post Posted on 31/5/2013, 07:14     +1   -1




Topic dedicato agli editoriali di Serafini
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Berlusconi si convinca che la scommessa non è Seedorf
31.05.2013

Bocciato prima ancora di entrare in classe, per la verità lui stesso ancora alle prese con qualche dubbio, Clarence Seedorf sfoglia la margherita, ma finirà con l’accettare le proposte di Berlusconi dopo una corte serrata che dura da quasi 8 mesi. Qualcuno ricorderà che in autunno scrivemmo di una “2 giorni” dell’olandese ad Arcore, a cavallo tra la sconfitta dei rossoneri a Roma con la Lazio e quella successiva a Malaga in Champions. Ricorderà che il presidente del Milan era intenzionato a esonerare Massimiliano Allegri anche in caso di vittoria in Spagna. Non se ne fece niente perché Seedorf non se la sentì, perché non fu trovato il suo “secondo” dopo il “no” di Gattuso e l’improponibilità di Tassotti nel fare il primo e il secondo di se stesso. Una questione di rispetto. Oggi lo scenario non è mutato, dal punto di vista della burocrazia: Seedorf ha seguito corsi on-line, ha studiato, si è aggiornato, ma non è in possesso di alcun patentino o documento che gli consenta di andare in panchina. Dunque necessita di un fido scudiero (circolano i nomi di Davids e Oddo a lui graditi e di Costacurta gradito dalla società) abilitato a guidare la squadra da bordo campo. L’ultima parola insomma spetterebbe a lui mentre Allegri discute della risoluzione del suo contratto e di quello nuovo con la Roma. Berlusconi non ha alternative, si è impuntato su Clarence, lo ha ricevuto almeno un altro paio di volte in Brianza nelle ultime settimane, non c’è stato alcun riavvicinamento ad Allegri se non l’opportunità di trattenerlo, avendo un altro anno di contratto, se Seedorf non fornisse la propria disponibilità. Soltanto la necessità di risparmiare, quindi, ma in che modo potrebbe eventualmente riprendere un rapporto così deteriorato?
Il problema che, al momento, sembra sfuggire a Silvio Berlusconi, in realtà, è che bisogna lavorare sulla squadra a prescindere da chi la allenerà. Il Milan non è competitivo in Europa e lo è stato in Italia per circostanze altrui, oltre che per meriti propri (non si passa da -11 a +2 solo con il culo o con gli aiutini). Ha lacune in difesa, è inaffidabile nei centrocampisti reduci, non può fare affidamento sulla continuità di Boateng, sull’integrità di Pazzini nei prossimi mesi, sull’affezione di Robinho – ma resta? –, sulla conferma di Bojan. Il mercato estivo ha necessità numeriche e qualitative assai più importanti dell’allenatore. Le ultime due squadre a disposizione di Allegri sono state una carrellata di addii per due anni e la forte speranza di una nuova carrellata di addii quest’anno per evidenti limiti (Fine estate 2012, Silvio Berlusconi: “Alcuni acquisti non si sono rivelati adeguati”). Ora ci vuole, molto semplicemente, una squadra. E un allenatore che non faccia danni, più di uno potenzialmente capace di inventarsi qualcosa.
Seedorf è uomo di un’intelligenza superiore alla media nel panorama dei calciatori di successo, lo dimostrano i dubbi che lo tormentano in queste ore e che schiacciano di gran lunga la sua superbia. Se diventerà l’allenatore del Milan, e pensiamo che lo diventerà, dovrà avere l’umiltà di circondarsi al meglio e la sfrontatezza di pretendere una squadra all’altezza.

Edited by "Monica" - 2/8/2013, 02:02
 
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Giuliosp
view post Posted on 31/5/2013, 09:47     +1   -1




Come al solito Serafini è l'unico che dice quello che pensa...
certo che stiamo facendo una figura..
 
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Max.Basten
view post Posted on 31/5/2013, 10:31     +1   -1




... certo che inserire nella stessa frase la parola "umiltà" ed il nome di Seedorf è una bella forzatura :huh:
 
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<-Cristian->
view post Posted on 31/5/2013, 10:34     +1   -1




:D :D :D
 
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<-Cristian->
view post Posted on 7/6/2013, 13:54     +1   -1




Ambrosini addio, centrocampo da rifare: restano solo Montolivo e De Jong
07.06.2013 00:00 di Luca Serafini
articolo letto 32727 volte

Il Milan è la sesta società di calcio al mondo per fatturato. Il suo marchio vale 1000 milioni. Non ha uno stadio di proprietà, soltanto il centro sportivo di Milanello (che è il più grande d'Europa), ma il suo brand è quello del club più titolato al mondo. Questo deriva dalle vittorie sul campo, dai trionfi in oltre 110 anni di storia e soprattutto sui moltissimi trofei concentrati negli ultimi lustri sotto la gestione di Silvio Berlusconi. Dal 2007, ultimo anno di gloria con il triplete internazionale (non esiste, ma siccome non esiste nemmeno il tirplete italiano...) Champions, Supercoppa, Mondiale per club, sono arrivati "soltanto" uno scudetto e una Supercoppa italiana frutto di una campagna acquisti non figlia di fair-play e di crisi, ma di esigenze elettorali. Un anno dopo, la smobilitazione di tutti i pezzi più pregiati, quelli moderni e quelli da antiquariato, per riarredare la casa all'Ikea. Onore e merito a Massimiliano Allegri che la vera impresa l'ha fatta da allora, arrivando terzo, rispetto a quello stesso scudetto che era più difficile perdere che vincere e che comunque lui ha vinto e perso, dunque giungendo all'assoluzione di Arcore. Figlia a sua volta di conti tra staff da liquidare e staff da assumere, nella speranza che la colla di un altro anno di contratto da onorare, su un rapporto crepato come un muro torto, tenga insieme i cocci fino a maggio 2014.
Con queste premesse, il Milan deve mettere a bilancio anche le magre figure in Europa dal 2007 in poi. Stava finendo un ciclo, certamente non ne stava nascendo un altro. Al di là delle scoppole con il Barcellona, è soprattutto con squadre di piccolo cabotaggio che la squadra ha mostrato i propri limiti, non vincendo a San Siro una partita di Champions per più di 2 anni, facendo pochi punti in gironi tutt'altro che difficili, non dano più alcuna affidabilità di sapersi trasformare nelle notti dei grandi. Un riflesso pagato in parte anche con le migliori squadre del campionato italiano. C'è un solo modo per rimanere aggrappati al brand, alle statistiche, al fatturato, alle gufate al Boca Junior perché non vinca un trofeo in più: costruire una squadra competitiva. Per limiti di età se ne sono andati Nesta, Zambrotta, Gattuso, Seedorf, Inzaghi, ora tocca ad Ambrosini al quale la società rossonera in questo momento non ha nulla da offrire.
Sono sul piede di partenza Nocerino, smarrito nell'ultima stagione, lo svincolato Flamini e (ci auguriamo) Muntari. De Jong è convalescente. Resta solo Montolivo tra i centrocampisti del prossimo anno.
I primi nomi di mercato sono quelli di Poli e Matri. Ottimi elementi per rinforzare la rosa, non per rinforzare la squadra. Bisogna pensare più in grande e non è necessariamente vero che si debba spendere molto per comprare: bisognerebbe soprattutto cominciare a vendere bene.
 
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korma
view post Posted on 9/6/2013, 12:56     +1   -1




va' che si è accorto, dopo 10 anni ,che sta' societa' è morta e sepolta...ma il problema è l'allenatore.
 
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<-Cristian->
view post Posted on 21/6/2013, 07:13     +1   -1




Ambrosini, Tevez, El Shaarawy: tradimenti e balle, solita musica
21.06.2013 00:00 di Luca Serafini


Il calciomercato non cambia spartito, sia negli anni d’oro in cui si potevano importare Falcao, Platini, Zico, Maradona, Rummenigge, sia durante le vacche magre in cui è il picco massimo dello scambio Alvarez-Nocerino a scuotere i tifosi di Milaninter. Non cambia spartito perché rimane inesorabilmente prigioniero dei procuratori che si ingraziano qualche giornalista, rivelando quello che fa comodo nella maniera in cui fa comodo, tacendo il vero. Inesorabilmente prigioniero dei trucchi dei dirigenti, dei capricci dei giocatori, delle plusvalenze, delle mazzette, dei sussurri, delle voci, delle indiscrezioni, della necessità di sparare in prima pagina, di quelli che hanno una fonte sicura. Che sia il portiere o il parrucchiere o il barista o il tassista o l’amante. Eravamo ragazzi, siamo ormai sin troppo adulti, ma proprio nulla è cambiato, se non il giudizio della gente, dei tifosi, che oggi hanno la possibilità minuto per minuto di esultare, criticare, scorticare, applaudire, insultare (non solo per quanto attiene il calciomercato). Ed è ovviamente cambiato anche il modo di pensare.
Quando eravamo ragazzi e le società potevano disporre a piacimento dei propri tesserati, ai quali era fatto divieto di opporsi, soffrivamo per le cessioni di Sabadini alla Sampdoria, Chiarugi al Napoli, Benetti alla Juventus, persino per Calloni al Verona. Oggi che il potere è in mano ai giocatori, i quali possono disporre e ricattare quando e come meglio credono, la gente fa un po’ più fatica a distinguere fra traditori e traditi, fra balle per confondere e menzogne sacrosante. Quindi si fa confusione su diritti e doveri, su scelte e imposizioni: se il Milan scarica dopo 18 anni di militanza il suo capitano Ambrosini, il quale ha ancora voglia di allenarsi e giocare a prescindere dai quattrini, perché non dovrebbe continuare farlo? Se El Shaarawy non è in vendita, ma le offerte continuano ad arrivare e (forse) lievitare, perché Galliani dovrebbe dire “il Faraone non è in vendita”? Se c’è un interesse per Tevez, perché negare che si può concludere solo se verranno ceduti Robinho in primis e casomai Boateng?
Facciamo fatica a capire chi tradisca tra uno che “gioca” da un anno con la testa a Copacabana (per la cronaca 2 gol di cui uno su rigore in 23 partite di campionato, non male per un attaccante brasiliano) e un altro che, congedato in crociera, accetti un’avventura nuova e breve alla Fiorentina. Come facciamo fatica a capire perché per esempio Montolivo da Firenze al Milan è un eroe e Ambrosini dal Milan alla Fiorentina è un voltagabbana. Non è cambiato nulla nei modi e nei metodi dei protagonisti, se non le date (oggi il mercato di fatto dura 5 mesi l’anno, da maggio ad agosto e poi di nuovo a gennaio), altro fatto che ha destabilizzato il modo di ragionare e di giudicare dei tifosi. La retorica è sempre in agguato, anche nelle osservazioni più semplici, in quelle elementari. Chi se ne va per soldi è un mercenario, con quello che guadagna, ma se al suo posto ci fosse uno qualsiasi di noi?
Perché farsi tentare dalla vendita del Faraone, se un anno fa la cassaforte era blindata dal pareggio di bilancio e non sarebbero più stati necessari sacrifici?
Tra una settimana e l’altra, tra un mese e l’altro, consideriamo che non è cambiato nemmeno il mercato del Milan: servivano un difensore, 2 centrocampisti e almeno un attaccante un mese fa, servono ancora oggi. C’è tempo, il tempo è l’unica cosa che abbonda.
 
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"Monica"
view post Posted on 2/8/2013, 01:09     +1   -1




Tra Honda e Bale un abisso scandaloso
02.08.2013 00:00 di Luca Serafini

Il bicchiere mezzo pieno di queste prime amichevoli estive rossonere, sono il risveglio di El Shaarawy, la buona lena di De Jong, la vetrina dei giovani, lo spirito dei 90' di Valencia e dell'ultima ora col City dopo un 5-0 da brividi in 30'. Ma trattandosi appunto di amichevoli estive, l'essenziale è che diano il senso e la misura di una squadra numericamente e qualitativamente incompleta - anche in attesa dei nazionali - per di più falcidiata dagli infortuni. Quest'ultimo argomento sta condizionando il mercato, fino ad oggi senza sussulti, mano a mano che il calendario avvicina il Milan alla tappa dei preliminari di Champions: c'è da credere, molto più che sperare, in qualche colpo di coda affidato all'inventiva di Galliani, viste le gravi tribolazioni presidenziali. Questa squadra non può restare con questa rosa, sulla carta inadeguata sia in chiave scudetto che Champions, anche se dopo il 3° posto dell'ultima stagione nessuno dovrebbe più essere autorizzato a previsioni trionfalistiche o catastrofiche di sorta.
Il che ci suggerisce di chiarire una cosa: le posizioni fortemente critiche assunte in questi ultimi tempi, più sulla comunicazione delle strategie che sulle strategie medesime (vedasi i casi Allegri-Seedorf, Tevez, Ambrosini), non ci fanno sopportare l'accusa di esserci schierati "dall'altra parte della barricata". Primo, perché barricate non esistono. Secondo, perché chi fa questo mestiere deve disporre di capacità analitiche, non può esercitarlo accecato dalla passione o da un sentimento integralista. E' una questione di rispetto per il pubblico e per gli stessi soggetti nelle critiche: mentiremmo se dicessimo che tutto va bene, "siamo a posto così". Non è vero e non si può propinare questo piatto sulla tavola dei tifosi. Nell'animo, siamo sempre quelli delle betoniere e delle asfaltatrici: stiamo soltanto sollecitando i proprietari a rimetterle in carreggiata, con toni urbani ma decisi. Per ottenere rispetto, oltre che per dimostrarne.
A tale proposito, non possiamo cavalcare le ironie di chi osserva che il Real arrivi a offrire più di 100 milioni per Bale e il Milan non ne voglia spendere 5 per Honda. Forse il Milan degli ultimi anni sta sbandierando il fair-play e le ristrettezze economiche persino in maniera eccessiva rispetto alle reali disponibilità (sottolineando comunque di nuovo le tribolazioni presidenziali politiche, finanziarie e giudiziarie), ma l'offerta del Real per l'ala del Tottenham va oltre qualsiasi soglia di buonsenso, distanziandosi volgarmente dalla situazione che attraversa la Spagna e in generale l'Europa. Non stiamo a fare retorica sui soldi che il calcio spende alla faccia delle crisi, della disoccupazione e dei problemi della società, perché è in buona parte proprio il popolo sofferente a esigere lo sfogo dello stadio e a finanziarlo senza riserve. Non si può nascondere il fatto che il Real sia comunque insolente nei confronti della sua stessa gente, oltre che di Platini e della sua presunta crociata: Real Barcellona e Valencia hanno contribuito con i loro debiti abnormi, 1500 milioni, a mettere in ginocchio Bankia, l'istituto di credito più importante di Spagna. Rimesso sotto la tenda a ossigeno con i fondi europei e dunque anche con i nostri soldi. Quindi, cari tifosi milanisti juventini interisti romani e napoletani, Bale al Real lo stiamo pagando noi tutti insieme appassionatamente, tra le beffe spagnole e il mutismo di monsieur Platini. Ecco dove sta lo scandaloso abisso tra Honda e Bale: il Milan ragiona e decide di non spendere 5 milioni proprio, e questo è un fatto criticabile o meno. Il Real Madrid ragiona e decide di spendere quello che gli pare anche coi soldi, e questo è inaccettabile.
 
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"Monica"
view post Posted on 9/8/2013, 00:05     +1   -1




Cavani, Jovetic e... Boateng il mercato lo fa chi vende
09.08.2013 00:00 di Luca Serafini


Pochi, ma qualcuno (italiano, tra l'altro, e questo ci ha ancor più sorpresi) si è comunque indignato per l'editoriale di venerdì scorso in cui spiegavamo dei debiti di Barcellona e Real (e Valencia) con Bankia. Ci hanno propinato studi, articoli e menzogne di vario altro tipo, nel frattempo tuttomercato.com e soprattutto corriere.it ( https://apps.facebook.com/corrieresocial/s...0f6990348.shtml ) hanno provveduto a fare ulteriore chiarezza sull'allegra gestione del denaro, di tutti e non solo proprio, dei 3 maggior club iberici. Una realtà, quella spagnola, dove saltano per aria club come tappi di bottiglia a Capodanno, dove gli sceicchi fuggono da Malaga, dove la crisi ha spinto il Paese al penultimo posto in Europa precedendo solo la Grecia. Il che ci fa indignare da italiani, avendoci portato per mano i nostri governanti al terzultimo posto.
Oggi il calcio italiano per muoversi, anzi per respirare, deve vendere altrimenti non compra. A parte la Juve, la cui storia degli ultimi 7 anni però passa dalla serie B allo stadio di proprietà a 2 scudetti e questo giustifica gli investimenti, fino a quando il Platini di turno non storcerà il naso. Ma siccome nel frattempo non lo sta storcendo per PSG, City, Real, Barcellona, non si capisce perché dovrebbe farlo proprio con la sua vecchia società.
Vendere, dicevamo. Appare come contrappasso della pena per il nostro calcio che ha speso, speculato, sperperato per decenni, avendo la sorte inaudita di vincere un Mondiale, arrivare alla finale di un Europeo e vincere qualche Coppa dei Campioni a Milano. Sorte inaudita perché questo ha illuso tutti di poter fare come la Nazionale o come il Milan o come l'Inter. Da noi i presidenti si sono arricchiti e poi sono scomparsi, oppure hanno preso un altro club e un altro ancora, senza costruire stadi, senza costruire settori giovanili, senza progetti, senza strategie, costruendo solo inutili tornelli, avventandosi sui diritti televisivi mutuandosi anche le mutande, lasciando che club prestigiosi e rappresentativi come Palermo e Cagliari rimanessero per un'epoca intera nelle mani degli Zamparini e dei Cellino, ma l'elenco sarebbe molto più lungo.
Oggi il Napoli deve vendere Cavani per prendere una riserva del Real, una volta prendeva Savoldi e Maradona. Oggi la Fiorentina vende Jovetic per prendere un senatore del Bayern, una volta prendeva Daniel Bertoni. Oggi la Roma stravende Marquinhos per Strootman e Gervinho, una volta prendeva Falcao. Oggi il Milan, non vendendo Boateng e anzi esultando per la conferma di Robinho, prende Saponara e Poli, goodfellas, una volta prendeva Shevchenko e Kakà. Così va il mondo ed è inutile stare ad analizzare, capire, discutere: anche l'Inter ormai non compra più se prima non vende. La Fiorentina è stata allenata dai Della Valle prima con Corvino e poi con Pradé, a fare con i mezzi propri. Ci arriva dopo, ma ci sta arrivando meglio. Senza soldi, serve fantasia. O qualcosa da offrire. Altrimenti fai festa perché è rimasta un po' della cena di ieri.
 
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"Monica"
view post Posted on 16/8/2013, 16:39     +1   -1




C'è il PSV per un Ferragosto evoluto

16.08.2013 00.00 di Luca Serafini

E' passato un altro compleanno, il 52°, e con esso l'ennesimo Ferragosto, un altro tramonto irreale al Sunset Ashram di Ibiza, coppe e campionato di calcio - così vicini - sembrano in realtà ancora per qualche ora così distanti, irraggiungibili. Vista la partenza estiva e romantica dell'editoriale di Carlo ieri, non potevamo esimerci, sentendoci più buoni, molto evoluti al punto di ripetere lo slogan di un anno fa: turarsi il naso e sperare che il PSV faccia la solita fine, puntualmente eliminato dal Milan ogniqualvolta nella sua storia se l'è trovato di fronte. Turarsi il naso perché inevitabilmente la nostalgia della musichetta delle notti di Champions, con gli sguardi vitrei di Gullit e Van Basten, Savicevic e Massaro, Baresi, Maldini, Seedorf, Inzaghi, Gattuso, Kakà, Shevchenko prima del calcio d'inizio, questo sì appare lontano, perduto, intramontabile.

I non evoluti si ribellano a questo passato irripetibile, non accettano di aver perso Ambrosini e Flamini per Poli e Saponara dopo un terzo posto miracoloso e inatteso, non si fidano di un preliminare con l'infermeria più ricca della formazione titolare, Honda e Ljajic evaporati prima di materializzarsi, gli altri sogni di un mercato importante infranti di nuovo sulle scogliere di Ferragosto. Eppure gli abbonamenti per la prossima stagione crescono, si respira una strana fiduciosa atmosfera per essere che l'impoverimento è l'unico segno di continuità delle ultime estati. Gli evoluti sono stufi di queste nenie, prendono atto dei problemi della crisi, di berlusconi, del lavoro eccetera, e più di noi se ne sono fatta una ragione. Milan e solo Milan, non rompete le scatole. Pensate positivo.

Dunque, proviamo a sentirci evoluti in questi ultimi giorni di spiaggia, di estate: pensiamo che Abate e De Sciglio volino, Mexes e Zapata diventino invalicabili, che De Jong e Montolivo si facciano leader e Boateng diventi una delle più grandi scoperte dell'anno in mediana oppure che al suo posto Poli ripercorra le gesta anche solo di Biasiolo se non proprio di Gattuso o Ambrosini, che Saponara diventi il nuovo Kakà, Balotelli e El Shaarawy segnino ancora più di 30 gol in due e che al ritorno di Pazzini, con Robinho e Niang in panchina, Allegri disponga dell'attacco più atomico d'Europa. Il sogno di una notte di mezza estate è per definizione un diritto che abbiamo tutti, assopiti sotto all'ombrellone. Non costa nulla, fa sembrare il PSV piccolo piccolo, ci regala una festa evoluta e serena. Per recriminare, arrabbiarsi e intristirsi c'è tempo, autunno e inverno arriveranno inesorabili. Godiamoci le poesie di Ferragosto e la lontananza dal traffico e dallo smog, per ora può bastare.
 
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marcuska
view post Posted on 16/8/2013, 16:55     +1   -1




ad una prima lettura non ho capito se nel pezzo c'è più pessimismo o nonostante tutto fiducia :rolleyes:
 
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"Monica"
view post Posted on 16/8/2013, 18:26     +1   -1




Non l'ho capito neanche dopo la seconda! :lol:
 
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<-Cristian->
view post Posted on 18/8/2013, 12:16     +1   -1




CITAZIONE ("Monica" @ 16/8/2013, 17:39) 
I non evoluti si ribellano a questo passato irripetibile, non accettano di aver perso Ambrosini e Flamini per Poli e Saponara dopo un terzo posto miracoloso e inatteso

IO HO FESTEGGIATO l'addio di Ambrosini e Flamini.
IO DISSI GIA' AD AGOSTO che saremmo arrivati terzi o quarti.

La cosa non mi tocca...

:lol: :lol: :lol:
 
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gatz80
view post Posted on 21/8/2013, 08:10     +1   -1




CITAZIONE ("Monica" @ 16/8/2013, 17:39) 
Eppure gli abbonamenti per la prossima stagione crescono, si respira una strana fiduciosa atmosfera per essere che l'impoverimento è l'unico segno di continuità delle ultime estati.

è pur vero che stanno facendo moooolti sconti...
 
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"Monica"
view post Posted on 21/8/2013, 11:27     +1   -1




Gatz, gli sconti li fanno ai soliti noti.
Per tutti gli altri tifosi, nonostante le solite promesse mancate, bugie e delusioni c'è sempre e solo voglia di Milan e di sostenere questi colori.
Amore e critica vanno di pari passo; se io abitassi a Milano o dintorni, e me lo potessi permettere, l'abbonamento lo farei.
Chi tifa contro si dia al curling.
 
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48 replies since 31/5/2013, 07:14   456 views
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